…Ci si avvicina a Carlo Gesualdo perché è lui col suo spirito immortale e la sua musica di un tempo senza tempo a catturarci e farci suoi fautori. Lui, il Principe de Musici, circondato e incontrato dalle più eminenti personalità della musica del suo tempo! Lui…"che raggiunge la soglia dell'accademia musicale più aristocratica ed esclusiva di Ferrara, che una tradizione più che secolare aveva reso famosa come sede di raffinatissime, perfino segrete, pratiche musicali"...
da “La Repubblica” – Napoli – del 1 aprile 2006
Amore e Morte in Gesualdo
Un CD lo ricorda
Una tragedia che segna profondamente la tinta di una musica senza pace. Come i celebri madrigali, per cui ancora oggi il “principe de musici” è famoso in tutto il mondo, figlio di un dolore che indaga non solo in superficie la drammatica polarità dell’esistere: cerca di misurarne l’incommensurabile profondità, percorrendo un labirinto infinito nei cui specchi intravediamo l’estasi dell’eros, la violenza della giustizia, il mistero della bellezza, la trasfigurazione del suono.
Tutti i musicisti hanno incontrato Gesualdo, prima o poi. Tutti i grandi interpreti si sono dovuti confrontare con la sua concezione di un madrigale nuovo, in cui la magia del suono riveste la paradossale nudità del significato, l’orizzontalità della melodia si unisce alla verticalità dell’armonia. Stravinskij volle visitare il suo castello –che sorge sulle colline di Gesualdo, il bel paesino in provincia di Avellino che da lui prende il nome (“Voglio respirare l’aria in cui è vissuto dopo”, raccontava quasi ossessionato il compositore russo ) – ora placato da beghe burocratiche ed eterni restauri.
Si spera che presto accoglierà anche la sede della Fondazione “Carlo Gesualdo”, che dal 2003 si occupa di diffondere l’ opera del musicista con convegni e concerti. La fondazione ha prodotto un disco: “Alla Corte di Gesualdo”, canzoni villanesche (rielaborate e in prima esecuzione moderna), salmi e madrigali (con particolare attenzione al Gesualdo poeta, i cui testi sono pubblicati nel libretto), interpretati dalla Cappella Musicale Lodovico Roncalli, direttore Domenico Sodano. Il che è davvero una bella notizia se si pensa che dalla morte di Gesualdo sono stati sempre complessi stranieri a sfornare esecuzioni memorabili ( da Les Arts Florissants di William Christie per Harmonia Mundi ai Febi Armonici di Alan Curtis per Symphonia, solo per citarne alcuni ). Il siciliano Salvatore Sciarrino ha composto “Terribile e spaventosa storia del Principe di Venosa e della bella Maria”, aiutato dalla poesia delle marionette di Mimmo Cuticchio. A Venosa, contea del principe in Lucania, impazzano convegni ma –nonostante la buona volontà- niente di rilevante a livello internazionale. Mentre a Potenza, dove esiste un Conservatorio dedicato al madrigalista, è stato inaugurato il Nuovo Istituto di Studi Gesualdiani di Venosa, tenuto a battesimo da Claudio Abbado. “E’ il più importante compositore mai esistito”sostiene il grande direttore d’orchestra milanese, dichiarando anche che presto si dedicherà a tempo pieno alla sua musica.
E noi? Abbiamo un teatro (il Gesualdo di Avellino, che però ha pensato bene di inaugurare la sua attività, nel 2002, con “Le nozze di Figaro” di Mozart e da allora non ha mai messo in cartellone niente di Gesualdo); una fondazione già attiva; un castello meraviglioso da sempre luogo di interesse per il cinema –da Herzog a Bertolucci, che sembra sia proprio intenzionato a girare un film sulla vita di Gesualdo –e meta di pellegrinaggi d’ autore; una città – Napoli - piena di memorie ancora vive a sostegno di un progetto culturale che deve avere respiro internazionale che deve riappropriarsi di un marchio doc che il mondo ci invidia. “Sarebbe un peccato –spiega il maestro Sodano, la cui somiglianza a Gesualdo è impressionante, e che curiosamente è anche docente di musicologia liturgica nei monasteri di clausura- che sprecassimo questa occasione e non creassimo in Campania un polo formativo e di produzione legato a Gesualdo, come nel nord Italia fanno con Rossini e Verdi. Penso ad un festival –aggiunge- che sappia coinvolgere artisti da tutto il mondo, con produzioni esclusive, ovviamente da esportare, che diventino un nostro segno distintivo inconfondibile”.
Laura Valente