Intervista a Barthelemy Yameogo di Domenico Sodano
Burkina Faso: Paese degli uomini integri! E così che Barthelemy Yameogo, Ministro consigliere presso l’ Ambasciata del Burkina Faso a Roma, spiega parlando del suo Stato. Situato nel cuore dell’Africa occidentale raggiunge l’indipendenza, mutando il nome di Alto Volta, nell’agosto del 1960. Con una superficie di 274.120 Kmq è uno dei territori più popolosi del terzo continente, con cospicue presenze in Costa d’ Avorio, nella Repubblica del Gana e nel Mali. Benché necessita di ingenti assistenze è una Paese che vanta il FESPACO (Festival panafricano del cinema di Ouagadougou) e il SIAO (Salone Internazionale dell’artigianato di Ouagadougou), testimonianze della grande civiltà e dell’alto grado di tradizione e di cultura che il suo popolo con spirito nazionalistico tramanda. Lo abbiamo intervistato alla consegna del titolo di Accademico onorario, conferitogli dall’Accademia Internazionale dei Sarrastri per l’impegno, la sensibilizzazione e alla promozione dei valori negli scambi interculturali tra i Paesi.
Lei è da un quinquennio in Italia. Quanto del suo Paese ha portato in Italia perché potesse essere conosciuto dalla nostra cultura?
“Come testimoni vivi della grande famiglia burkinese siamo delegati a rappresentare il nostro Paese in ogni sua differenza. Cerchiamo, per questo, di imprimere in qualsiasi ambito il calore umano che è la peculiarità del cittadino burkinese. Nostro pensiero è quello di prodigarci per l’avvicinamento dei popoli attraverso uno scambio collegiale con le diverse Regioni e Comuni d’Italia in materia d’arte artigianale, musicale, cinematografica.”
Cosa ritiene sia davvero importante attualmente per il suo Paese?
“E’ bene precisare che le autorità locali con a capo il Presidente S. E. M. Blaise Compaore hanno lavorato alacremente perché l’intera Regione potesse progredire nel suo processo di democratizzazione. Tanto ancora rimane da fare, ma considerando l’ardore e l’impegno del nostro popolo ho fiducia nell’avvenire. Personalmente considero che i problemi dell’istruzione e della salute sono molto importanti e meritano un’ attenzione particolare. E’ quanto le autorità politiche cercano di risolvere giornalmente.”
Tante Associazioni ONLUS lavorano per l’Africa ma quanto nel concreto viene effettivamente realizzato?
“All’inizio, molte associazioni sono animate da propositi altruisti ma nel concreto qualcheduna riduce il suo impegno, dimenticando la sua iniziale assunzione di responsabilità cioè di aiutare il popolo del Burkina ad uscire dal vizioso circolo del sottosviluppo. Per fortuna molte associazioni, soprattutto quelle pronte a rimettersi in discussione, continuano ad avere la fiducia del nostro popolo. Esse non ci portano soltanto dei beni materiali ma anche dei beni morali a lungo termine incontrando così la nostra filosofia di sviluppo. Credo a mio avviso che l’aiuto proveniente da qualsivoglia associazione debba avere carattere di scambio. Inviare un container di acqua non serve che aiutare al massimo un villaggio del Burkina. Rendere invece partecipe un burkinese alla trivellazione di un pozzo nel luogo in cui egli vive ritornerebbe come vantaggio per un tempo prolungato e insegnerebbe lui il “know how” di una corretta cogestione.”
Uno dei maggiori problemi africani è l’ AIDS. Come è impegnato su questo fronte il suo governo?
“Il capo dello Stato è impegnato personalmente nella ricerca di soluzioni adeguate per questo male nefasto dell’Africa e più in particolare del Burkina Faso. Nulla viene risparmiato, tanto dalla parte delle autorità quanto da parte delle organizzazioni nazionali ed internazionali. Importantissimo è pure l’ impegno di Madame Chantal Compaore, moglie del Capo dello Stato che insieme a sue colleghe ha creato una struttura che riunisce le first lady di molti Paesi. E’ stato inoltre costituita l’ Unione sacra per il trattamento gratuito dei malati di AIDS, impegnata nella campagna per la pubblicità, la distribuzione e il decentramento gratuito degli ARV. Tutti vi sono coinvolti! E’ un lavoro di mobilitazione di tutte le risorse nazionali e internazionali esistenti sul territorio per cercare di sfruttare ogni opportunità e sorta di legislazione nei meccanismi d’approvvigionamento.”
L’azzeramento dei debiti governativi: è questo a Suo avviso il mezzo per salvare il continente africano?
“Non so se eliminare i debiti dell’Africa potrebbe salvarla definitivamente. Certo è che annullare i debiti dei Paesi poveri come ha fatto il governo Italiano può aiutare. Oltre questo tipo d’ iniziativa penso che un impulso come quello del piano “ Marshall” per l’Africa con progetti di tipo continentale (come il NEPAD), che il governo Italiano sostiene e condivide, potrebbe definitivamente salvare i Paesi che necessitano di fondi per decollare.”
Riflettendo sulla situazione politica in Costa d’ Avorio dei ribelli che lottano contro il governo, come il Burkina Faso è riuscito a gestire ed organizzare la sua democrazia soprattutto in rapporto alle situazioni politiche così difficili degli Stati vicini?
“In effetti, la situazione geopolitica della Regione non è stata favorevole per la gestione di una democrazia in via di strutturazione come quella del Burkina, soprattutto nell’ ambito delle organizzazioni provinciali ( UEMOA, CEDEAO, CILSS). Conviene tuttavia precisare che il Burkina è un paese atipico che conta una sessantina di etnie che proprio grazie al principio che le caratterizza gli permette di mantenere la pace sociale in modo continuo. Secondo un nostro etnologo si tratta di diatribe oziose: una valvola di sicurezza sociale. Di conseguenza, penso che queste situazioni politiche troveranno presto una via di uscita, ne sono sicuro!”
Africa culla di civiltà, una civiltà che nei secoli è stata calpestata. C’è speranza che le cose possano cambiare?
“Per ragioni politiche o pregiudizi, chissà perchè si è fatto capire anche attraverso libri o studi orientati – nei quali il Comune africano non ha accesso- che essa era ed è incapace di svilupparsi; come se fosse gia preordinato! Occorrerebbe che si visitassero i grandi Musei di alcuni grandi Paesi per rendersi conto della ricchezza del patrimonio tanto diversificato dell’Africa. Sono convinto che presto l’Africa, per una selezione naturale, si sbarazzerà progressivamente delle sue cancrene, dei dittatori, dei partigiani, della corruzione, per lavorare se non altro che per il bene del Continente.”